Progettata da Francesco Oliviera intorno alla metà del XVI secolo, Villa Sangiantofetti-Rigon è il risultato di una serie di ristrutturazioni e di ampliamenti di un edificio che era una delle tante “case dominicali” che la famiglia Traverso possedeva a Barbarano Vicentino.
Nella seconda metà del XVII secolo l’intera proprietà passò alla nobile famiglia veneziana dei Molin e nel 1776 venne venduta al nobile veneziano Benedetto Tofetti o Sangiantofetti.
Nel XIX secolo il complesso venne acquistato da Bartolomeo Breganzato, quindi passò, per via ereditaria, alla famiglia Pedrina e, sempre per via ereditaria, giunse nel 1963 agli attuali proprietari, la famiglia Rigon.
Osservando la villa, la sua costruzione risente di due tempi: nel pianterreno della seconda metà del Cinquecento le arcate, colonne e cornici sono in pietra gialla di Nanto, il piano superiore del secolo successivo, sono in pietra bianca di Vicenza. | | L’interno della villa è impreziosito da un vasto salone centrale, con la pavimentazione in terrazzo veneziano e il soffitto a travature, arricchite da decorazioni pittoriche del tardo cinquecento.
Fanno parte della villa altri edifici che si snodano sul lato orientale a forma di L: la Chiesetta del Redentore, delle basse costruzioni che costituivano i servizi della villa, nei quali è ancora conservato un forno a legna, un alto edificio eretto alla fine dell’Ottocento per la coltivazione dei bachi da seta e la barchessa. Dagli inizi del XX secolo non fa più parte della proprietà la colombara.
Il giardino esterno era ornato un tempo da statue e concluso da una peschiera.
Il complesso architettonico, situato presso il ponte sul canale Bisatto, si apre a sud su un vasto parco, ornato da statue fino agli inizi del XX secolo, ed è concluso da una peschiera. |